Biografia

Antonio Ferrero è il fondatore dell’Associazione Area Teatrale – Accademia Recitazione Torino -. È diplomato come tecnico per le attività sociali: dirigente di comunità. È socio fondatore della casa produttrice cinematografica italo-francese Marie Mariad Cinéma. È docente di recitazione ed educatore della voce, regista, attore, autore e doppiatore. È iscritto all’Albo Giornalisti Pubblicisti.

Studia per molti anni recitazione teatrale; partecipa allo stage del regista russo Anton Milenin, allievo “in linea diretta” di Stanislavskij e di Vassil’ev, nel corso di Skorik. È un esperto della Meisner Technique e del metodo di Orazio Costa. Ha studiato doppiaggio cinematografico ed ha fatto parte del workshop sulla recitazione tenuto da Giancarlo Giannini. Ha frequentato il corso “L’arte di illuminare la scena nello spettacolo teatrale”, di Franco Campioni, esperto di “Luministica”.

Attore nel programma “Stasera CasaMika”, regia di Fabio Calvi, Raidue. È stato il medico legale nella fiction “Non uccidere 2”, con Miriam Leone, Raidue. È stato il sacerdote nella serie “Fuoriclasse 2”, andato in onda su Raiuno, diretta dal regista Riccardo Donna, con Luciana Littizzetto. Ha interpretato Raffaello, padre di Gualtiero, nella fiction di Raiuno “Altri Tempi” del regista Marco Turco, con Vittoria Puccini e Stefania Rocca. È uno dei protagonisti delle sitcom di Telecom Italia “Navigare Insieme”. Ha collaborato con BRW Filmland per la realizzazione dello spot pubblicitario per “Esselunga” di Armando Testa, regia di Antony Marc Hoffman. Ha girato il videoclip “Sing-hiozzo” per i Negramaro, diretto dal regista Paolo Ameli, già autore di “Rosso Fango” – il cortometraggio con cui ha vinto il Los Angeles International Short Film Festival, il Globo d’Oro e il David di Donatello -. Ha realizzato due filmati istituzionali come attore protagonista per IVECO. Ha collaborato con Mediaset ed ha prestato la sua voce doppiando il boss nel film “Sotto lo stesso cielo”, di Mary Griggion. È voiceover del progetto multimediale “Connecting wine”. È il padre del protagonista nel cortometraggio “Alfredo” della scuola Holden di Torino.

È stato ideatore, conduttore e interprete delle trasmissioni radiofoniche “Dico bene” e “Sipario Teatrale” su Radio Italia Uno. E’ l’autore, regista e protagonista della commedia brillante “Che Dio ce la mandi buona!”. Così com’è l’autore, regista e protagonista dell’opera dal titolo “Parlami di mio padre”: un dramma che racconta gli ultimi giorni di vita di Patryk Nowak, un batterista jazz di fama internazionale affetto da alcolismo e del conflitto esistente tra la sua giovane compagna e la figlia omosessuale avuta con la precedente moglie. È anche autore e regista delle commedie brillanti “Goda di sotto – un paesino d’Italia”, “Teatro e follia” e “L’arte in soffitta”. Inoltre, ha curato la regia delle commedie teatrali “Telefoni & Peccati” – opera tratta dal film “Perfetti sconosciuti” -, “Toc Toc” – commedia esilarante di Laurent Baffie -, poi “Il nipote buddista”, “Liberi tutti” e “La parola ai giurati”: opera tratta dal film omonimo (12 Angry Men) del 1957 diretto da Sidney Lumet.

È un educatore della voce (voice coach):
una figura professionale che ha origini antichissime. Già nella antica Grecia esisteva il phonaskos che insegnava agli oratori la giusta dizione e il corretto uso della voce. Oggi la figura che prende il posto di quella greca è il voice coach (o trainer) che negli Stati Uniti, in Inghilterra ed in molti altri paesi europei è molto diffusa e ricercata.
Quasi tutti sanno cos’è la dizione e cosa faccia un insegnante di dizione, ma pochi saprebbero trovarne uno, se non dopo qualche faticosa ricerca.
Fornisce un valido aiuto in ambito post-rieducativo nel proseguimento del trattamento logopedico, con un trattamento leggero, basato su una attività fonoatorio-espressiva.
Le scuole universitarie che formano i logopedisti potrebbero utilizzare l’educatore vocale per far apprendere ai tirocinanti il “lato artistico” della vocalità parlata.
Le scuole di recitazione e conservatori potrebbero offrire altri spazi, così come gli ambiti universitari di formazione dei nuovi insegnanti di ogni ordine e grado, prevedendo dei moduli dedicati all’educazione professionale della voce.
Gli insegnanti eviterebbero molti dei loro problemi vocali se solo avessero una formazione più adeguata e potessero apprendere l’uso di una voce professionale più fonogenica ed espressiva.
Molte scuole di formazione potrebbero avvalersi di queste nuove figure professionali per accrescere la preparazione dei loro agenti e graduati.
L’elenco degli ambiti di esercizio potrebbe continuare: call center, formazione manageriale, corsi di italiano per stranieri, scuole di giornalismo, Master Accademici, Facoltà universitarie di Giurisprudenza, Comunicazione, Psicologia, Psichiartia ecc.
Infine, anche il medico di famiglia potrebbe fare riferimento a questa figura, per tutti quei lievi disturbi funzionali della sfera pneumo-fono-articolaroria. Inviare il paziente dal logopedista può essere esagerato in caso di leggere disfunzioni che propriamente patologiche non sono.

L’educatore della voce si occupa di:

  • insegnare la corretta pronuncia dell’italiano standard secondo la moderna fonetica;
  • insegnare la prosodia espressiva della voce parlata e recitata;
  • insegnare le norma per una corretta igiene vocale;
  • insegnare la corretta postura fisiologica;
  • insegnare la corretta respirazione;
  • insegnare public speaking per la parte vocale;
  • collaborare con l’insegnante di canto per l’impostazione della voce parlata;
  • collaborare con il foniatra e il logopedista nella fase finale della riabilitazione vocale;
  • fungere da filtro per l’invio ad altri professionisti, quali foniatra e logopedista nel caso di patologie vocali e insegnante di canto per l’impostazione della voce.
Antonio Ferrero è anche giornalista pubblicista (Iscr. N. 5322), è iscritto alla SIAE nella sezione “OLAF” come autore di opere delle arti visive e letterarie. Ha scritto tre romanzi: “Raìshja”, presentato nel 2007 alla Fiera Internazionale del Libro di Torino, edito da Falzea; “Mi era rimasto un calzettone”, che narra la storia di Patrizio Sala, ex calciatore del Torino Calcio e della Nazionale italiana, uscito a fine dicembre 2008, Elena Morea Editore; ed infine “Trent’anni dopo – Una storia da Lupi”, una biografia che rievoca alcuni episodi in chiave ironica vissuti durante il servizio militare presso la Banda dei famosi “Lupi di Toscana”, e dell’incontro avvenuto con gli ex commilitoni, esattamente dopo trent’anni, in occasione dello scioglimento del Reggimento, pubblicato nel dicembre 2009, Elena Morea Editore. Artisticamente parlando, nasce come musicista poi si appassiona della recitazione. Batterista di trentennale esperienza, è noto per il suo stile di accompagnatore raffinato e preciso, ed è amante del jazz. Ha frequentato per parecchi anni i corsi di batteria del maestro Enrico Lucchini – ex allievo di Kenny Clark – ed in seguito i Seminari Senesi di jazz.
Dopo aver suonato in piccole formazioni ha fatto parte della celebre orchestra di Gianni Grossi e della Big Band del maestro Giancarlo Gazzani – insegnante di Esercitazioni Orchestrali presso il Conservatorio G. Verdi di Torino e docente all’Accademia Nazionale del Jazz a Siena -. Insieme al pianista Guido Canavese ed il contrabbassista Stefano Risso, ha acquisito un diploma di merito classificandosi al secondo posto nel “Concorso Internazionale Città di Ispra” – tra i giurati Franco Cerri e Lino Patruno -. Durante la sua intensa attività concertistica ha fatto parte di gruppi musicali formati da importanti jazzisti come, ad esempio, Nando Amedeo – contrabbassista della Rai di Torino, il quale vanta collaborazioni con Rafcristiano, Dino Piana, Gianni Basso, Gianni Negro e molti altri jazzman – ed il bravo Mariano Di Nunzio.

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