Opere teatrali

Che Dio ce la mandi buona!”

“Che Dio ce la mandi buona!” è una commedia brillante interpretata con ritmi incalzanti e caratterizzazioni spassose.
È ambientata nell’appartamento dell’ingegnere Giorgio Blasetti e della sua consorte Carla, la quale, non avendo figli, ricerca nella domestica un rapporto che vada oltre la consueta relazioneChe Dio ce la mandi buona! che si instaura con una governante. La ricerca della donna nasce dalla necessità di colmare il vuoto affettivo per la mancanza di figli, oltre che per il rapporto ventennale, di routine, ormai logoro che la lega con il marito. L’uomo, invece, desidererebbe una governante giovane e carina, in grado di soddisfare la sua mascolinità in fase decadente, dovuta agli anni che avanzano e alla sua propensione alle scappatelle.
Il titolo “Che Dio ce la mandi buona!” sta proprio a rappresentare i due punti di vista opposti: l’esclamazione della moglie che spera di trovare una domestica con la quale instaurare un rapporto famigliare, mentre per il marito è la speranza d’avere alle proprie dipendenze una ragazza giovane e “disponibile”, dall’aspetto esteriore accattivante.
La commedia è ricca di un umorismo, mai volgare, basato su un linguaggio adatto ad ogni tipo di età. Ciò nonostante non mancano spunti malinconici, di riflessione, attraverso i quali emergono virtù, limiti e speranze che caratterizzano da sempre gli esseri umani ed il rapporto di coppia.

“Parlami di mio Padre”

“Parlami di mio padre” è un dramma che racconta gli ultimi giorni di vita di Patryk Nowak, un batterista jazz di fama internazionale affetto da alcolismo. Un musicista cinquantenne, di origine polacca, vissuto fin da giovane in Italia.
Parlami di tuo padreDopo la separazione dalla prima moglie, Patryk ha instaurato una relazione con Ileana, una giovane entreneuse di origine romena, coetanea di sua figlia Giulia, avuta con l’ex moglie Luciana. Giulia ama il padre in modo viscerale, tanto che ha deciso di vivere con lui e non con la madre, andata a vivere a Roma (dove svolge la professione di avvocato) dopo il divorzio. La ragazza è convinta che Ileana conduca il rapporto con il padre soltanto per interesse e non per amore. Inoltre, per Giulia, il padre è, e sarà, l’unico uomo della sua vita in quanto è omosessuale ed è innamorata di una coreografa di nome Stefania.
Il conflitto tra la giovane amante del padre e la figlia è molto aspro. Si risolverà soltanto dopo la morte di Patryk Nowak, quando Giulia capirà che Ileana amava realmente l’artista.
Antonio Ferrero, autore e regista, essendo stato per molti anni un batterista jazz, interpreta la parte di Patryk Nowak. La peculiarità di questa opera teatrale consiste nell’esibizione, di breve durata, di un quartetto jazz nel quale prenderà parte l’attore-regista, coadiuvato da musicisti professionisti di notevole spessore, conosciuti da molti cultori della musica afro-americana.

“Goda di Sotto – un paesino d’Italia”

“Goda di Sotto” è una commedia divertente che ha ricevuto, in più occasioni, il caldo applauso del pubblico del Teatro Piccolo Regio di Torino, dove è avvenuto il debutto.
Goda di Sotto - Un paesino d'ItaliaAl centro della scena un bar, quello di “Margherita”, luogo di pettegolezzi ma anche di speranze. Seduti ai tavoli alcuni personaggi del paesino emiliano Goda di Sotto, uno spaccato del popolo italiano: due pensionati (un maresciallo e un impiegato in banca), un salumiere, due signore avanti con gli anni ma giovani dentro e la barista, Margherita, che combatte la crisi economica e ha un sogno nel cassetto.
Tra discussioni e commenti sul presente e sul passato, che spaziano dal calcio alle donne, dalla politica al cinema, si inseriscono due personaggi prorompenti che invadono letteralmente la scena, attirando l’attenzione dei presenti. Il Sindaco, Vitellozzo, in cerca di voti, tra scandali e mazzette, e un’attrice del grande schermo, in città per le riprese di un film sulle case chiuse. Mentre il primo, il politico, suscita un senso di fastidio e battute ironiche nei clienti del bar, la seconda, vestita in maniera provocante, fa nascere sentimenti contrastanti tra i cittadini: i maschietti non riescono a toglierle gli occhi di dosso, le due signore si danno alle critiche, mentre Margherita, improvvisamente, s’illumina di speranza; la sua grande passione, infatti, è la recitazione. Ma una cosa è il cinema, ben altro è il teatro.

“L’arte in soffitta”

«L’arte in soffitta» è una commedia brillante dai ritmi incalzanti con un linguaggio mai scurrile adatta ad un pubblico eterogeneo.

L'arte in soffittaIl testo comico è valorizzato dalla capacità dei protagonisti di affrontare una tematica difficile, come quella della mancanza di lavoro, in particolar modo nell’ambito artistico, utilizzando la giusta dose di ironia, un pizzico di humour e una manciata di irriverenza nei confronti del mondo dello spettacolo in un contesto grottesco.
I personaggi, grazie alla loro essenza caricaturale, rendono il testo particolarmente divertente.
La pièce teatrale racconta le vicissitudini di due amiche: Ginevra, un’attrice desiderosa di successo, e Lucrezia, una scenografa in cerca di fortuna, le quali vivono in una modesta soffitta in un quartiere vicino alla Stazione Centrale di Torino.
Le due protagoniste si trovano in una situazione economica difficile a causa della precarietà del loro lavoro; a creare delle nuove aspettative è l’incontro con Carlo Calopresti, un impiegato della FIAT, nuovo vicino di casa, che viene scambiato dalle ragazze per il regista Mimmo Calopresti. L’equivoco crea delle situazioni esilaranti ricche di gag bizzarre. A condire il quadro paradossale è il proprietario della soffitta, Giustino Candelieri, che, nella perenne ricerca di riscuotere l’affitto, s’invaghisce di Ginevra. Particolarmente divertente sarà il finale, quando le protagoniste scopriranno la vera identità del vicino di casa.